Selezione XYZ2019 ☆ Comunità Eretiche
⟶ dal 23 al 31 luglio @ Convento Meridiano, Cerreto Sannita (Benevento)

Laboratorio X


Laboratorio Y


Laboratorio Z


Michela Buscema

↳ Bologna

Ciao, sono Michela e ho 29 anni. Sono nata a Scicli, un bellissimo paese barocco della Sicilia conosciuto perché set del Commissario Montalbano. Ho lasciato la ridente cittadina all'età di 19 anni e mi sono trasferita a Milano dove, dopo una iniziale cantonata, ho deciso di studiare Lettere Moderne. Mi sono laureata e, presa dalla disperazione per non sapere cosa fare della mia vita, sono partita per la Spagna. Parto sempre, quando sono in difficoltà. Due mesi a Salamanca, due settimane di Cammino di Santiago ed eccomi pronta a provare di fare del Teatro la mia vita. Ma non sulla scena, che seppure sono una persona estroversa, io sul palcoscenico potrei morirci. No, ho deciso di stare dietro le quinte e di diventare Organizzatrice Teatrale, professione che vuol dire tanto e non vuol dire niente. Se dovessi usare una metafora direi che io sono una ""sorella grande"" della mia compagnia teatrale. Io che sono figlia unica! Perché dal 2016, oltre ad altri lavoretti sempre nel mondo del teatro, sono l'organizzatrice della compagnia teatrale Kepler-452 di Bologna. Caratteristica di Kepler è indagare e mettere in scena le vite e le biografie di non professionisti (o “experts of everyday life”, come li definiscono i Rimini Protokoll), magnificandone le identità sulla scena. Per questo motivo, cominciamo a portare in scena zingari, apolidi, medici, disoccupati, maniaci del lavoro, una famiglia di sgomberati dalla loro casa colonica in comodato d'uso per trent'anni nella periferia di Bologna, un nigeriano clandestino senza tetto di 42 anni con problemi psichiatrici...la lista è lunga e mi fermo qui. Tutta questa lunghissima pappardella per dire che non so bene cosa verrei a fare con voi e neanche se ho il profilo giusto. So solo che amo mettermi in gioco, che voglio crescere in tutti i modi in cui si può crescere, che amo il lavoro di squadra e la condivisione (non a caso sono la responsabile organizzativa di un festival che punta a portare a teatro ""il coinquilino di fisica"" di ciascuno di noi). ah, e che ho alle spalle una discreta quota di bandi presentati, non sempre vinti, ma che spesso mirano al coinvolgimento del pubblico tra i 20 e i 30 anni. spero vada bene, spero ci vedremo presto! Grazie per l'opportunità, Michela

Giovanna Megna

↳ Benevento

Sono avvocata specializzata in diritto di famiglia e minorile, consulente legale e di progetto Terzo settore; mi occupo per passione di tematiche di genere e pedagogiche. Per molto tempo ho pensato che dovessi decidere cosa fare da grande, poi ho capito che questo agire confuso e diverso è ciò che mi tiene in vita. Seguire le famiglie nei momenti patologici richiede specializzazione, empatia, e, in un territorio così depresso, un sostegno allargato (lavoro/casa/sussidi), così ho capito che non potevo limitarmi ad eseguire un mandato, ma dovevo trovare altri strumenti. Sono interessata all’esperienza formativa, in particolare processi e business modelling, anche in vista di una partecipazione al team di Convento Meridiano, di cui mi attrae l’idea di “rottura della tradizione” e con cui collaboro già per o spazio destinato alla scuola. Nelle mie diverse esperienze ho realizzato che il problema è culturale e anche la soluzione deve esserlo. Oggi l’urgenza è quella di contribuire ad alimentare un motore di cambiamento. Nei minori detenuti ho intravisto una comune storia di dispersione scolastica: una scuola che esclude e non include è un paradosso di cui raccolgo (e devo gestire) i frutti. Così le tante storie di violenza che incontro, hanno come sfondo una mancanza di maturità affettiva. La frustrazione di agire con strumenti di “riparazione” e non di “costruzione” mi ha portato verso tematiche legate alla prima infanzia, in particolare come referente dell’ente finanziatore del Centro Mammut, nucleo di ricerca/azione che intreccia pedagogia, urbanistica, teatro e arti figurative; un progetto, del quale ho seguito sia momenti di formazione che il monitoraggio dei risultati, un modello virtuoso capace di generare un reale cambiamento con molti punti di contatto con Convento Meridiano.

Giuseppe Nenna

↳ Benevento

Concept design expetence in exaptation  between property's and pay-per-use economy  significa porre al centro dell'azione lo sguardo e dallo sguardo immaginare quello che il paesaggio intuisce ci sia e non vi appare od ancora non emerge e non sappiamo se realmente emergerà: expetence ad esempio è un neologismo fatto in casa ed utilizzato pubblicamente nel corso di una conversazione nel contesto di ""Cultura Business Matching - Lungo la Via della Seta"" [Roma, 04-05 febbraio 2010] - per comunicare quel sottile equilibrio che coinvolge la sfera dell'esperienza senza tagliare fuori il necessario bagaglio di competenze: caratteristica dell'intelligenza connettiva, in quanto dimensioni inseparabili dell'azione umana. Concetti analoghi ho espresso nei giorni scorsi nell'ambito del primo Forum degli amministratori campani, dal 24 al 26 giugno, sul tema “Consapevolezza, start up di comunità e dialogo tra territori”, a partire dalla lettera-documento ""Mezzanotte del Mezzogiorno?"", con la quale i vescovi a maggio hanno lanciato l'allarme sulle difficoltà in cui si dibatte il territorio su cui insistono le diocesi affidate alle loro cure. Prima tra tutti, lo spopolamento. Senza nascondere che il pur necessario cambio di percezione, poi e solo poi di narrazione dei territori in avanzzata fase di desertificazione impone tentativi immaginifici ed interventi infrastrutturali che, come ripeto speso, molto spesso e da anni, tengano insieme le esigenze di una pooling mobility - il trasporto è pubblico anche quando è prevato, suggerivo totalmente incompreso all'attuale assessore di Regione Campania appena insediata ed in cerca di idee e proprio in preparazione della transizione tra modello propertario e pay-per-use economy - con quella dei presidi di emergenza immediatamente accessibili e della flessibilità nell'uso del tempo: non più vite immaginate come 7 giorni su 7 nello stesso luogo, a patto che si possa accedere a reti di infocomunicazione stabili e velocissime a servizio dello smart working e del community building. Il resto lo affronteremo insieme, immagino.

Federica Marie Carenini

↳ Milano

Mi ritengo un profilo junior ben vendibile sul mercato: parlo tante lingue, ho lavorato per grandi aziende, sono di 'bella presenza', la so raccontare a me e agli altri. Per quanto sia poco rispetto alla mia esistenza, gli ultimi 3 anni sono stati decisivi nel riconoscere che assecondare la logica per cui 'sono brava sono meglio vinco tutto io', non è ciò che voglio fare. Avevo appena iniziato la magistrale quando con alcune amiche abbiamo deciso di attivare 'Caffé Letterario' tra le mura di Macao. A scuola studiavo l'importanza di osservare - senza giudizio - per capire perché le persone pensano e agiscono in un certo modo, a Macao vivevo le intense emozioni di sentirsi parte di qualcosa più grande, la forza e il desiderio di agire per un bene condiviso. Allo stesso tempo, notavo la fragilità di un insieme variegato di elementi che non riesce a comprendere la diversità delle sue parti, e di conseguenza non sa come relazionarvisi, a scapito del bene della comunità. A due anni di distanza, con altre esperienze di mezzo e una consapevolezza diversa, appena Fred Fumagalli mi ha parlato di voi, ho voluto candidarmi a XYZ e ho subito desiderato di partecipare a Z. A XYZ perché credo fortemente nel concetto di contaminazione (di saperi e pratiche) come possibilità di arricchimento collettivo, e soprattutto come mezzo per trasformare il sistema vigente: dal suo interno e in modo diffuso. A Z perché ritengo che riconoscere la comunicazione come elemento fondante della stabilità e solidità di una comunità sia il primo passo per costruirne una e saperla coltivare. Vorrei prendere parte a questo processo per contaminare - nel piccolo della mia esperienza e persona -, per essere contaminata, e per ri-contaminare, più ricca, i sistemi con cui interagisco.

Francesco Calicchia

↳ Napoli

Sono un ragazzo nato e cresciuto nel Lazio più profondo, al confine tra Roma e Frosinone in una cittadina ancora in cerca di un'identità e nel pieno del suo lento processo di costruzione: Colleferro. Mi laureo in Cooperazione Internazionale e Sviluppo alla Sapienza. Ma decisi che io volevo lavorare qui, sui territori del nostro Paese, e per questo mi iscrivo al corso di laurea magistrale in Scienze Antropologiche e Geografiche per i Patrimoni Culturali e la Valorizzazione dei Territori e mi trasferisco a Napoli. Sono quasi arrivato alla fine. Vorrei fare ricerca e usare l'antropologia come alfabeto per leggere i territori, inventare percorsi comuni, raccontare storie, sogni, rivendicazioni e rabbia di chi non ha nomi che finiscono sui libri di storia o nel frullatore mediatico nazionale. Chi insomma il territorio lo vive tutti i giorni, e che pensa di vivere in modo ordinario, ma che invece attua quotidianamente strategie eroiche di resistenza personali alla vita e al luogo in cui vive. Mi sono portato avanti, e non volendo aspettare la laurea ho voluto iniziare a fare esperienza, e infatti al momento sono nella redazione di una rivista scientifica che si occupa di ricerca sul territorio. Lavoro al momento a un laboratorio teatrale di comunità come antropologo insieme a un regista di teatro. Stiamo cercando, attraverso il Festival che ospita il laboratorio, di combattere lo spopolamento di un piccolo paesino del Cilento. Nel mentre seguo un tirocinio con un'associazione che si occupa della rigenerazione urbana del quartiere popolare di Napoli, Porta Capuana. E vorrei partecipare a questo progetto perché mi ha entusiasmato l'idea di poter ripensare una nuova vita per questo spazio, per conoscere nuove persone che come lavorano o vorrebbero lavorare per i territori, per imparare nuove pratiche, avere spunti operativi e conoscere storie nuove.

Gabriella Sesti Ossèo

↳ Pompei

Ho ventisei anni, una laurea magistrale in relazioni internazionali e non ancora un lavoro ""vero"". Da quando ho terminato gli studi, ho una certa difficoltà a rispondere alla domanda ""chi sono"" e ""cosa faccio"". Direi che sono una cercatrice (di occupazione, di potenzialità, di bellezza, di significati) e un'appassionata (di politica ""dal basso"", di pratiche di cittadinanza, di prospettive critiche, di soluzioni alternative). Vengo dalla provincia di Napoli, una zona costretta ad essere percepita e a percepirsi come ""periferica"" perché piena di posti ma priva di luoghi in cui essere, costruirsi ed esprimersi come comunità. Per una serie di coincidenze, viaggi, esperienze di formazione all'estero, letture e tempismi verificatosi nell'ultimo anno e mezzo, sto valutando la possibilità di approfondire le domande che, muovendomi e vivendo lo spazio urbano (periferico e centrale) criticamente, si sono affollate nella mia mente e nella mia coscienza politica. Mi affascinano molto le lotte per il diritto alla città e all'abitare, il capitalismo delle piattaforme, i fenomeni della gentrificazione, della turistificazione, della riqualificazione urbana dal basso. Mi piace conoscerne gli attori protagonisti: i movimenti sociali, gli attivisti, le persone che diventano operatori critici di pianificazione urbana e territoriale lavorando nello, per e riguardo lo spazio e, a seconda dei casi, contro, nonostante o insieme alle istituzioni. Quando ho letto del progetto, ho pensato subito che per me sarebbe stata un'esperienza davvero intensa ed importante: per il luogo in cui si svolgerà, per le tematiche dei laboratori, per la metodologia adottata e per i risultati che guideranno il processo.