Innovario, giorno 1: SCUOLA Innovario, giorno 1: SCUOLA Innovario, giorno 1: SCUOLA Innovario, giorno 1: SCUOLA Innovario, giorno 1: SCUOLA Innovario, giorno 1: SCUOLA Innovario, giorno 1: SCUOLA Innovario, giorno 1: SCUOLA Innovario, giorno 1: SCUOLA Innovario, giorno 1: SCUOLA Innovario, giorno 1: SCUOLA Innovario, giorno 1: SCUOLA Innovario, giorno 1: SCUOLA Innovario, giorno 1: SCUOLA Innovario, giorno 1: SCUOLA Innovario, giorno 1: SCUOLA Innovario, giorno 1: SCUOLA Innovario, giorno 1: SCUOLA Innovario, giorno 1: SCUOLA

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Innovario è un progetto sperimentale per un Dizionario dell'Innovazione: una riflessione su come progettare nuovi dizionari e su come definire i significati di quelle parole entrate a far parte di una nuova quotidianità sociale, lavorativa, culturale. Pur rispondendo al bisogno comunicativo di “dare un nome alle cose”, non sempre o non univocamente ne permettono la comprensione. Nato dalla collaborazione tra La Scuola Open Source e DOCUS - comunicazione visiva e azioni documentarie, Innovario è un’azione per documentare i laboratori XYZ2018, riflettere sui muri della in/comprensione, sulla molteplicità di significati ed esperienze, ed impegnarsi nella costruzione di ponti di significato tra persone e contesti.
Ogni giorno affrontiamo il significato di una parola e lo facciamo con i partecipanti di XYZ2018 che saranno chiamati a scrivere la propria definizione. Accanto a loro, un contributo extra di un ospite ogni giorno diverso al quale abbiamo chiesto di raccontare il momento “touchpoint” di quando ha esperito, scoperto e toccato con mano, il mondo a cui fa riferimento la parola data.

Giorno 01 / lunedì 23 luglio 2018

La parola è SCUOLA, l’ospite speciale di oggi è Agnese Addone.

La storia - di Agnese Addone

“Me stai simpatica, vedrai che qua nun te succederà gnente”. Il custode sembrava un indiano, con quella carnagione olivastra dei Sinti, mentre mi apriva le porte della scuola. Mesi dopo ho scoperto che, negli ultimi anni, alcune colleghe erano state minacciate a mano armata per rapina.
Eccolo, il mio primo giorno di ruolo.
La sensazione che hai, quando percorri via della Magliana e ti addentri nel quartiere, è di essere in un posto che ti sta letteralmente espiantando da Roma e proiettando in un’altra dimensione, tangibile, di un contesto peculiare, che ha perfino una sua “lingua”, corruzione del dialetto romanesco, e da cui si esce per “andare a Roma”, come se davvero si fosse altrove.
“Mae’, ma che, te vieni da Roma?” è la prima domanda che mi hanno rivolto i miei nuovi 12 alunni, inconsapevolmente consapevoli di appartenere a un’enclave sociale e non alla metropoli. Avevo una classe con figli di galeotti e prostitute, qualche rom (uno già sposato), bambini con disordini alimentari o abusati sessualmente.
Un piccolo ghetto nel ghetto più grande: eppure, lì dentro, quella che era stata accolta ero io. Il mio tutor, un sindacalista COBAS, mi ha dimostrato con il suo esempio cosa significa scegliere di rimanere in una scuola così; mi ha insegnato il valore della condivisione dell’esperienza insegnandomi perfino un po’ di apicoltura e falegnameria; mi ha fatto capire l’importanza di andare a “riprendersi” un alunno zingaro al suo campo pur di fargli frequentare la scuola; dicendomi sempre “quante cose mi stai insegnando”: io, a lui.
Non ero alle prime armi, ma solo qui ho colto e capito il valore di comunità che assume la parola scuola, qui dove non esiste altro di simile, nel mondo parallelo alla grande città, a dispetto dell’eco delle attività della Banda della Magliana o dei fatti del Canaro.
Qui la scuola è il posto in cui i bambini hanno la percezione di essere tali e di non dover crescere in fretta. In un quartiere dove l’infanzia è un’impresa impossibile, c’è solo la scuola a garantire che “ciascuno cresce solo se sognato”.
Qui, a Roma.

Le definizioni - ad XYZ2018

01
Scuola per me è qualunque spazio in cui si costruisce una comunità di persone. Il dialogo tra chi impara e chi insegna è prima di tutto un esercizio di costruzione di senso, di interrelazione profonda basata su accoglienza, condivisione e diversità, un progetto prima che un obiettivo. Per questo motivo necessariamente deve prescindere da ogni valutazione e sospendere qualsiasi giudizio, per privilegiare la riflessione e l’elaborazione personale del proprio percorso all’interno di un gruppo.
Agnese Addone

02
Scuola per definizione è un luogo di istruzione ed educazione. In realtà è la formazione a livello di vita: sviluppo della logica teorica e applicata. Le prime amicizie, le prime competizioni, il primo amore!
Stefano Bianchi

03
Luogo, spazio per la condivisione tra chi insegna e chi impara.
Due ruoli che poi si fondono lì dove la scuola è ben fatta, quando lo scambio di nozioni si unisce a quello umano, tra idee, ispirazione e punti di vista
Alessandro Miracapillo

04
Posto dove si impara se si scambia saperi giocando.
Matija Grgic

05
Scuola [dal greco σχολή (skholḗ) - ozio, riposo]: tempo da liberare, spazio dedicato allo svago delle menti individuali e collettive.
Daniele Gambetta

06
Uno spazio comune definito da chi lo abita, è un’esperienza dove varie realtà si confrontano e si influenzano.
Michelangelo Alesi

07
Il punto di partenza, che dovrebbe fornire gli strumenti per esprimere se stessi.
Alessandro Scaccianoce

08
Dove imparare a farsi delle domande
Maite Nannini

09
Entrare per primo e uscire per ultimo
Alberto Guerra

10
Un’avventura umana, imprescindibile, continua... come il processo di crescita di ogni entità.
Camillo Frigeni

11
sQuola: un luogo da mettere a soQQuaddro!
Claudio Nicola Biancofiore

12
Un continuo mettersi in discussione
Victoria Liddi

13
Scuola è quel posto dove impari a stare nel mondo, a vivere assieme agli altri, e così, nel rapporto con l'altro scopriamo il senso della nostra identità. Questo processo non finisce. Mai.
Alessandro Tartaglia

14
“Dal greco: skholé che inizialmente indicava l'ozio, l'occupare piacevolmente il tempo libero, per poi passare ad indicare la discussione e la lezione, e il luogo in cui questa veniva tenuta.”
La scuola per me è il laboratorio di costruzione del futuro!
Gelao Nicoletta

15
Un luogo preferibilmente fisico dove attraverso metodi formali si insegna e dove le persone, preferibilmente diverse per classe e origine, entrano in contatto tra loro costruendo una parte della loro identità sociale.
Daniele Capo

16
Un posto dove attraverso un tipo di istruzione formale o informale, è possibile condividere conoscenza ed esperienza!
Alessio Palmisani

Agnese Addone
Insegno per caso, ma imparo sul serio.
Studio gli ambienti informali di apprendimento, promuovo e divulgo attività legate al creative e al social learning.
Mi incuriosisce il rapporto tra la didattica, la tecnologia e ogni forma d'arte e di espressione personale.
Sono stata responsabile del CoderDojoRoma, del CoderDojo Italia e mentor progettista del TeacherDojoRoma, palestre di attività STEAM per bambini e insegnanti che diventano supereroi divertendosi.
Partecipo attivamente ad alcune Community educative on line, scatto foto e grazie alla SOS ho quasi finito di disegnare un carattere tipografico, “bastiancontrario”.

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