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Guido Lavorgna e Raffaella Vitelli di Convento Meridiano alcuni mesi fa ci hanno chiesto se sarebbe stato possibile organizzare un laboratorio di ricerca e co-progettazione XYZ a Cerreto, nel cuore dell'appennino centro-meridionale, in provincia di Benevento, dove la l'associazione di cui fanno parte — assieme a tanti altri — è riuscita in un'impresa straordinaria: hanno ottenuto da un convento una concessione trentennale per l'utilizzo degli spazi e contemporaneamente progetto vincitore della quinta edizione del bando Culturability — rigenerare spazi da condividere, promosso dalla fondazione Unipolis.

Chiaramente non potevamo non raccogliere questa opportunità per testare il nostro "dispositivo metodologico" preferito (XYZ) in trasferta e su un caso studio come questo, così abbiamo accettato con entusiasmo.

A Cerreto siamo stati accolti dalla comunità locale con calore e stupore: nessuno in paese si aspettava l'arrivo di 100 ricercatori e progettisti da tutta l'Italia. Tantomeno avrebbero mai pensato che ci fossimo recati lì per "prenderci in carico un problema della loro comunità": cosa fare — e come — del Convento che domina il paese (letteralmente, poiché è posto sulla sommità dello stesso e l'impianto urbanistico è stato concepito per "esaltarlo").

Per una decina di giorni abbiamo vissuto fianco a fianco con gli abitanti di Cerreto, dialogando, discutendo e intrattenendoci con loro, cercando di scoprire quali fossero le loro necessità, i bisogni, le ambizioni, i sogni e le paure.

Tutto quello che abbiamo co-progettato e realizzato è stato concepito mettendo al centro l'essere umano, facendo attenzione agli aspetti di sostenibilità ambientale ed economica e lavorando sull'idea di auto-costruzione, grazie alle tecnologie di manifattura digitale e prototipazione elettronica.

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Gli obiettivi di XYZ2019

L’ex convento delle Clarisse, poi dal 1930 Istituto Leone XIII, è un complesso a pianta quadrata che ha una superficie di circa 6.000 mq, un chiostro interno di 1.500 mq e un ampio giardino retrostante.

Nel corso del tempo l'edificio ha dato accoglienza a diversi ordini di suore. Della struttura originaria oggi restano soltanto le entrate di alcune celle (visibili da una delle piazze principale del comune di Cerreto Sannita), il parlatorio e il "carcere". Il giardino posteriore, che racchiude le vasche per il lavaggio delle vesti, un grande forno e la cucina, è circondato da un alto muro.

L’intervento di ripristino e di funzionalizzazione della struttura interesserà solo alcune stanze del primo piano e la sala teatro al secondo piano e la riattivazione degli spazi esterni con le aree pertinenti il cortile interno e del giardino.

La sfida, come al solito, era ambiziosa: co-progettare la strategia di comunicazione e il sistema d'identità visiva (X), lavorare sul masterplan degli spazi e sugli innesti IoT nella struttura (Y), sviluppare un modello di governance e approfondire la questione della sostenibilità economica (Z) del CONVENTO MERIDIANO:

Asilo, cinema, laboratorio e spazio delle possibilità. Epicentro di trasformazioni — sociali e culturali — e di riscossa.

Il presente documento di restituzione è organizzato in questo modo:

tre macro aree corrispondenti ai laboratori (X, Y e Z) precedute da piccole introduzioni a cura dei rispettivi coordinamenti didattici

un ampio racconto fotografico che cercherà di ripercorrere lo svolgimento delle attività commentandolo con alcune brevi didascalie

una sezione speciale denominata Meme War, in cui troverete la produzione memetica di partecipanti, docenti e staff, durante questi 9 giorni assieme.





Gli output di XYZ2019

Laboratorio X — Identità

Il laboratorio X – Identità si è concentrato sulla costruzione della strategia e degli strumenti/processi di comunicazione, in particolare sul progetto d'identità (l'anima del Convento Meridiano).

Presentazione output — X

Documento strategico

Cartella drive del laboratorio X

Nei primi due giorni il gruppo di lavoro ha predisposto gli ambienti di lavoro (fisici e virtuali) e ha analizzato il briefing fornitoci da Mediterraneo Comune, compiendo sopralluoghi al museo della ceramica e in altri luoghi di interesse, svolgendo indagini etnografiche e socializzando con le comunità locali.

A differenza delle altre esperienze di co-progettazione svolte attraverso XYZ, questa volta è stato chiaro da principio che si trattava di uno spazio/progetto in uno stato di sviluppo più "acerbo": tutte le funzioni e i servizi erano ancora da immaginare (al netto del briefing), i lavori sulla struttura dovevano ancora essere svolti; c'era quindi un grande sforzo di immaginazione collettiva da compiere.

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In X inizialmente si è deciso di procedere tutti assieme, senza dividerci, per poter discutere fino in fondo le possibilità e scegliere in modo corale quella che più ci avrebbe convinto.

Dopo aver esplorato, studiato, discusso e approfondito strade diverse ci siamo trovati davanti a un bivio molto netto:

da una parte c'erano un'insieme di suggestioni legate al terremoto, alla liberazione di una grande quantità di energia che "attraversa" la realtà in forma di onda, modificandola; dall'altra c'era la griglia che emerge dal paesaggio urbanistico di matrice tardo settecentesca, gli stilemi che provengono dalla ceramica e dall'architettura, l'immaginario collettivo, la grammatica della molteplicità.

La strada scelta è stata la seconda — non senza esitazioni. Queste erano legate sopratutto al desiderio — condiviso da tutti — di "andare oltre la griglia", forzarla, usarla come strumento concettuale ma superarla nel risultato formale.

Questo desiderio comune ci ha messo davanti alla necessità di "inventare" una soluzione capace di sposare la griglia, la combinatorietà e un risultato "formale" che dalla griglia si discostasse, quasi negandola.

Da questo punto in avanti X si è divisa in tre gruppi: strategia e propaganda che si è occupato di redigere il piano generale di comunicazione, type and code che si è occupato di costruire lo strumento e sviluppare la forma delle lettere, identità visiva che si è occupato di disegnare l'abaco degli elementi a partire dalla ricerca iconografica svolta e, successivamente, ha elaborato il progetto grafico del sistema d'identità, utilizzando gli output del secondo gruppo.

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L'Eretica Serif, il carattere che è stato disegnato, pur essendo uno UNICASE (ovvero un solo "caso", in questo caso tutto maiuscolo) ha più di 400 glifi unici: questo gli consente di essere estremamente versatile nell'utilizzo, mantenendo un impatto visivo notevole.

Il software realizzato è una libreria per la generazione di caratteri a partire da una grammatica di simboli, come Il Generatore Tipografico di Libertà è scritto in Python con uno stile di programmazione funzionale.

A partire dal quinto giorno, dopo che il gruppo X – Type ha terminato la beta della font, il gruppo X – Identità ha così potuto "accelerare", cambiando passo e gettandosi a capofitto nella finalizzazione del progetto d'identità (e della mostra finale).

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Nel mentre il gruppo X-Propaganda ha collaborato con un sottogruppo di Z all'elaborazione di un’intervista etnografica, successivamente somministrata alla comunità locale. Abbiamo indagato il significato denotativo e connotativo di alcuni termini chiave, legati alla cultura, la memoria, l'anzianità, lo spopolamento. In seguito, si è elaborato un grafo che è stato utilizzato come "guida" per calibrare le modalità d’azione e il linguaggio da adottare per ogni comunicazione. L'altro compito di X-Propaganda è stato redigere e ottimizzare i diversi testi elaborati dagli altri gruppi, sia dal punto di vista linguistico che metodologico, limitando tecnicismi o forme vernacolari.




Laboratorio Y — Spazi, Funzioni e innesti IOT

Il primo e il secondo giorno li abbiamo dedicati a conoscerci e riconoscerci, a svolgere indagini etnografiche sul territorio, a socializzare con le comunità locali. Ci siamo riconosciuti come "un gruppo di architetti, ingegneri e progettisti, smanettoni analogico-digitali, manipolatori di citofoni", siamo arrivati a Cerreto superando differenze di provenienza, lingua, metodo, mettendo in comune i nostri rispettivi bagagli culturali, le nostre esperienze e i nostri sogni.

Presentazione output — Y

↳ Repository su GITHUB (coming soon)

Cartella drive del laboratorio Y

Ci siamo persi per le strade, in lunghe conversazioni, cercando tra i simboli nelle edicole, dentro le chiese, nelle linee ordinate della sua pianta, gli ingredienti di un nuovo racconto. Ci siamo soffermati tra le tredici chiese e i tredici bar, e ci siamo interrogati su quale fosse l’approccio o l’innesto che una comunità esterna potesse apportare senza mancare di rispetto all’identità del luogo.

Ci siamo chiesti cosa significasse, oggi, questo luogo per Cerreto, e cosa, invece, potesse diventare domani.

Non un insieme di simboli, ma una nuova immagine del Convento e della città, che non si perda nel tempo. Una lingua aperta e composita, proprio come Chimera, la figura mitologica nata dalla combinazione di parti umane o animali.

L’indagine del microcosmo "Convento Meridiano" ci ha aiutato a fare chiarezza:

la disponibilità degli spazi non corrisponde all’idea di una riattivazione caotica ma ad una riappropriazione modulare, progressiva, complementare.

A partire da questa "full immersion" e da una sessione di brainstorming collettiva iniziale fatta assieme a Z e X, quattro sono state le tematiche indagate: il limite, il gioco, l’accesso, la percezione di un luogo che muta.

Si tratta di una necessità duplice e fondamentale:

garantire la possibilità di accesso a persone con ridotta mobilità, oggi ostacolata dalla presenza di gradini;

rendere lo spazio di ingresso un porto, un luogo di raccolta e restituzione delle informazioni dall’interno e dall’esterno, nonché un momento di transizione e trasformazione che accompagni il visitatore tra ciò che era e ciò che sarà.

Dal terzo giorno in poi ci siamo suddivisi in tre gruppi paralleli lavorando sia a output individuali che output comuni: Y - Spazi, Y - IoT e Y - Officina.

In Y - Spazi abbiamo progettato una rampa di accesso per disabili e realizzato un prototipo di spazio, di passaggio, di gioco, un dispositivo per adulti e per bambini che trasforma il senso dell’accesso ai luoghi che verranno: "Altoparlante - non è il controllo che genera il coraggio". Alcova per l’ascolto e l’intimità, palco di suoni e di racconto, torre di controllo che dall’interno guarda San Lorenzello, San Salvatore Telesino e i monti, arricchito da dispositivi tecnologici che permetteranno a grandi e piccoli di raccontare, di cantare, di trasformare e sperimentare con la propria voce.

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Per la struttura "Altoparlante", Y SPAZI ha collaborato con Y IOT che si è occupato di realizzare il sistema audio che permette di registrare la propria voce e alterarla in modi diversi battendo un colpo sul microfono.

In Y - IOT ci siamo adoperati per realizzare un sistema di accesso alla struttura. Abbiamo progettato e sviluppato un sistema di accesso basato su tecnologia RFID, l’apertura del portone è stata automatizzata e consentirà una fruibilità H24 tramite delle tessere.

Il gruppo Y - IOT anche realizzato un’installazione di led che dialoga con gli elementi architettonici del monastero, enfatizzandone la quantità e la qualità, e con le persone all’interno dell’edificio che con la loro presenza modificano l’andamento luminoso dell’opera.

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Nel grupppo Y - Officina ci siamo occupati dell’allestimento dello spazio laboratoriale e della costruzione di una fresa a controllo numerico. Abbiamo dato vita a uno spazio per imparare ad utilizzare le nuove tecnologie e metterle in connessione con la tradizione artigiana del territorio, nonché per generare oggetti, arredi o altri macchinari utili allo spazio stesso.

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Abbiamo realizzato dei telai da serigrafia con elementi grafici e tipografici dell’identità visiva progettata dal laboratorio X.

È stato anche testato il prototipo di una giostra serigrafica a quattro colori, durante il laboratorio è stata ri-progettata e verrà sviluppata nei primi giorni di Settembre 2019. Permetterà ai frequentatori dell’officina di stampare su vari supporti, dalla carta al tessuto.

Nella serata di apertura, grazie ai telai realizzati, è stata utilizzata per stampare magliette, shopper e poster donati ai visitatori, che sono stati coinvolti nella co-realizzazione dei prodotti.

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Ci siamo occupati di realizzare risultati flessibili, implementabili, smontabili, caleidoscopici, pronti ad accogliere i sogni e i desideri di coloro che qui passeranno e abiteranno.




Laboratorio Z — Processi e Comunità

Il lavoro di Z - processi e comunità ha preso il via lunedì 22, con le interviste ai promotori del progetto Convento Meridiano - Guido e Raffaella - a cura di tutor e docenti. A seguito della raccolta delle informazioni base, abbiamo cercato di formulare la sfida che avrebbe segnato il percorso dei giorni successivi.

Presentazione output — Z

Documento strategico

Cartella drive output — Z

Dopo una prima fase di riscaldamento e conoscenza reciproca (tecnicamente "warm-up"), il primo giorno è stato dunque dedicato alla condivisione delle informazioni, a partire dal briefing del progetto e dalle interviste già svolte. Nel corso del pomeriggio i partecipanti di X, Y e Z hanno preso parte a un'intensa sessione di brainstorming — facilitata da Guglielmo Apolloni — durante la quale è stata realizzata una monumentale mappa mentale che ha raccolto attori e interlocutori, domande, suggestioni e obiettivi del progetto.

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Il giorno successivo i partecipanti si sono suddivisi in gruppi per approfondire i gruppi di istanze emersi dalla mappa: si è partiti dal pianificare le interviste etnografiche per poi approfondire business model e governance del progetto, asilo parentale (in qualità di attività chiave), contro(e)vento (un’attività partecipata per coinvolgere e interagire con la cittadinanza), stakeholder, attori e comunità che abitano il territorio.

Oltre ai cittadini sono stati intervistati soggetti istituzionali, quali il responsabile del Gal Titerno. La questione principale del progetto di strategia oggetto del lavoro del team Z è stata dunque cosa fare per portare gente a Cerreto e far ripartire il Convento come centro culturale.

Ci sono persone disposte a vivere ed investire qui? Per fare cosa? Quali scenari si prospettano?

Il lavoro di indagine e progettazione è stato portato avanti da sottogruppi, ognuno dei quali impegnato su un aspetto e un output concordato congiuntamente. Tra docenti e partecipanti c’è stato un fluire continuo da un gruppo all’altro, che ha portato ad un arricchimento delle riflessioni e a condividere e confrontare le proposte progettuali in corso di definizione.

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A chiusura di questa fase — e a seguito di un ulteriore confronto collettivo — sono emersi i punti da sviluppare, portando i gruppi a dividersi nuovamente per lavorare(spesso anche fino a tarda notte) a:

aggiornamento della mappa degli stakeholder, creazione di una matrice di BM e governance;

raccolta di best practice e casi studio (poi esposti in Municipio attraverso un'installazione nel corso di una serata-evento aperta alla cittadinanza);

evocazione degli scenari possibili: come potrebbe trasformarsi il Convento Meridiano;

mappatura dei processi: le fasi di attivazione del progetto (una Sfida per il 2023), il modello XYZ e Z;

becoming C’rreten: la co-progettazione di un gioco con i cittadini di Cerreto, allo stesso tempo azione partecipata e rilascio di un toolkit riutilizzabile;

As it is: raccolta e analisi (qualitativa e quantitativa) dei dati emersi attraverso le interviste etnografiche, incrociati con quelli forniti dal GAL di Titerno e Tammaro, oltre alla somministrazione di un questionario (progettato insieme al laboratorio X) per indagare il significato e la percezione di alcune parole chiave.

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Anche il metodo di lavoro è stato oggetto di indagine e progetto.

Sono stati sviluppati degli strumenti e dei tool per la definizione degli obiettivi finali previsti, ovvero la mappa dei processi e la mappa della governance. Quest’ultima in particolare è una sorta di tool ad hoc, pensato come evoluzione di altri tool già in uso, che non risultavano perfettamente idonei all’obiettivo e agli elementi a disposizione del team: il "business model canvas", la "motivation matrix" e la "system map".

Z ha avuto inoltre il compito di coordinare l'evento finale del 30 luglio, "Cosa passa in Convento" (scaletta, rapporti con service, fornitori e Comune di Cerreto per concessioni).

Gli ultimi due giorni sono dunque stati dedicati alla restituzione degli output e all'allestimento della mostra (coordinata da X) all’interno del Convento, dove il gruppo Z era presente con un’installazione sonora / fotografica dei volti e delle parole dei cerretani, un wall di frasi da XYZ, emerse dalle interviste fatte ai partecipanti, l’esposizione di canvas, mappe e pannelli utilizzati durante la progettazione (SWOT, stakeholder, governance, BM, processi, scenari) e infine un documento di oltre 60 pagine che condensa l'analisi, gli output e la strategia di riattivazione del Convento. Nelle due ore di esposizione è stato inoltre testato il gioco "Becoming C’rreten", che ha coinvolto partecipanti e residenti in diverse attività per scoprire e far scoprire il territorio di Cerreto.

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Tutti gli output progettati durante XYZ2019 — Comunità Eretiche sono frutto degli impavidi (e infaticabili) partecipanti, che ringraziamo per aver affrontato con immensa professionalità e forza d’animo la complessità del progetto e aver abbracciato il caos.

Racconto caotico per immagini




The Meme War

Come ogni anno la produzione memetica dei laboratori è stata significativa, per questo ormai da un paio di anni abbiamo iniziato a dare spazio anche a questo aspetto nel report.




Credits

Gruppo X: Bruno Calza, Greta Capozzi, Giulia Papetti, Paola Del Vecchio, Camilla Saiz, Marco Pagan, Dania Menafra, Silvia Di Passio, Michela Meliddo, Lorenzo Ercoli, Alberto Guerra, Susanna Tomassini, Sofia Chiarini, Emma Bartolini, Micol Salomone, Carlo Bramanti, Daniele Gambetta, Marco Loi, Laura Lupkowska, Giulia Zafferani, Claudia Pazzaglia, Edoardo Ferrari, Vittorio Veronesi, Federico Nejrotti, Roberto Lenza, Valeria Ferone.

Docenti: Mauro Bubbico, Giacomo Boffo, Giovanni Abbatepaolo, Emidio Torre, Tommaso Guariento

Coordinatore: Alessandro Tartaglia



Gruppo Y: Elena Arcopinto, Marta Fioravanti, Roberto Alesi, Nicolò Ceci, Giuseppe Stangarone, maria grazia campanelli, Alessandro Mintrone, Daniele Cappai, Fulvio greco, Alessio Palmisani , Federico Giulioni, Giulia Corona, Corrado de Pinto, Rachele Montoro, Guido Di Lullo, Giulio Galli, Eleonora Cappuccio, Enrico Corsi, Flavia De Rubertis, jonni bongallino, nicolai bongallino, Alessandro Miracapillo, aureliana scotti, Lucia Sole, Michela Scotti, Vincenzo Pelosi, Emanuele Sicignano

Docenti: Anna Cellamare, Kedy Cellamare, Alessandro Petrone, Ivan Iosca, Giorgia Floro, Luca Frogheri

Coordinatore: Alessandro Balena



Gruppo Z: Grazia Rutica, Tommaso Sorichetti, Costanza Gasparo, Maria Venditti, Sara Carmagnola, Camilla Falchetti, Benedetta Marotti, Michela Buscema, Giovanna Megna, Giuseppe Nenna, Floriana Fragnito, Cecilia Pasini, Roberta Valenzano, Luca Cantelli, Domenico Larocca, Elisa Saturno, Federica Marie Carenini, Valentina Asquini, Rossella Lombardozzi, Anna Baldassarre , Mirco Loffredo, Francesco Calicchia, Arianna Di Marco, Maria-Chiara Pomarico, Mara Tarantini, Alessandro Caccuri, Ilaria Cottu, Michael D'Angelo, Francesco Prisco, Chiara Grillo, Francesca Maciocia

Docenti: Guglielmo Apolloni, Fred Fumagalli, Raffaella Fagnoni

Coordinatrice: Lucilla Fiorentino


Staff SOS:
Maurizio Di Luzio (Responsabile Hackerspace)
Silvia Zotti (Responsabile Comunicazione)


Infine ringraziamo il Comune di Cerreto Sannita per aver prontamente patrocinato l'evento, Daniele Stillavato per il fondamentale lavoro di raccordo tra La Scuola Open Source, Mediterraneo Comune e le suore del convento, e tutti i partner di progetto e le persone che hanno reso possibile questa avventura.




Grazie a tutti, e ricordatelo sempre:

"gli output siamo noi"

Anna Cellamare

[gli appunti nelle immagini iniziali stati elaborati da Raffaella Fagnoni]

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